
Logicamente le versioni cambiano da caso a caso, influenzate dall'età, dal tipo di rapporto che si riesce a mantenere con l'ex partner , nonché dalle emozioni provate dalla madre alla prospettiva di essere separato dal bambino.
Non esiste una risposta univoca, non si può generalizzare. Al contempo, possono nascere alcune considerazioni
L' età.
C'è una sostanziale differenza tra i primi 6/12 mesi e gli anni successivi. Nella fascia d'età in cui l'allattamento esclusivo al seno è raccomandato, sarebbe irragionevole pensare e applicare soluzioni che non supportano e rispettano l'allattamento al seno a richiesta. E' importante mettere da parte pretese e ricatti emotivi "coniugali", mettendo al centro le esigenze del neonato.
L'importanza del legame.
Non si può nemmeno ignorare il reciproco coinvolgimento genitoriale, una volta terminato il rapporto di coppia. Pensiamo ai genitori che sono stati partecipi e di supporto fin dall'inizio, abituati a fare co-sleeping e molto attaccati ai loro bambini. In tal caso, il buon senso fa da padrone! Generalizzando, dormire, per esempio, una notte ogni due settimane col padre, non è così dannoso o rischioso per l'allattamento al seno e porta con sé tutti i vantaggi di una dinamica che supporta la continuità di un rapporto saldo e premuroso che si mantiene anche in un momento così delicato.
Le situazioni sono davvero eterogenee e non semplificabili.
Per questo motivo, può essere importante il supporto alla pari, per esempio, incontrando madri e genitori che hanno vissuto esperienze simili durante l'allattamento al seno.
Allo stesso modo, può essere utile valutare strumenti come la mediazione familiare.
Segnaliamo, inoltre, questo documento Breastfeeding Association australiana, il quale, oltre a ricordare che il latte materno dovrebbe essere l'alimento principale durante il primo anno di vita, insiste sulla priorità assoluta che deve essere garantita al benessere del bambino .
Foto:
Katie M. Berggren
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