I 15 miti da sfatare sull’allattamento

allattamento tra mito e realtà

Sull’allattamento girano ancora molti miti che creano un’aura di divieti, limiti e fatiche. La maggioranza di essi è assolutamente infondata, altri ancora sono estremamente imprecisi. Abbiamo deciso di raccogliere ed analizzarne 15, sfatandoli, correggendoli e fornendo le adeguate informazioni.

Vediamoli insieme:

Mito n° 1 – Se hai l’influenza, non puoi allattare.

Realtà. Quando sei ammalata, i globuli bianchi del tuo corpo, producono anticorpi. Gli anticorpi materni passano nel latte, fornendo una protezione diretta e mirata al tuo bambino/ alla tua bambina.
Sei tu la sua protezione! Quando un microorganismo è ingerito o respirato il sistema immunitario secretorio della madre risponde rapidamente (nell’ apparato respiratorio, si tratta del tessuto linfatico associato ai bronchi – BALT). I patogeni con cui sei entrata in contatto hanno attivato la via bronco-mammaria (BALT) fornendo una protezione rapida ed effettiva, per mezzo delle immunoglobuline sIgA del tuo latte.

Mito n° 2 – L’allattamento rovina il seno.

Secondo un’indagine condotta su 1.000 donne tra i 18 e i 40 anni, due su tre sono convinte che, dopo l’allattamento, il seno non tornerà mai più come prima.


Realtà. Il nostro seno è costituito da tessuti, legamenti e grasso, pertanto durante la gravidanza e l’allattamento è normale che questo cambi. Non si recupera la linea con l’allattamento artificiale, perché il seno subisce aumenti di volume sia se si attacca il bambino al seno che se si allatta artificialmente.
Possiamo aiutarci a prevenire cedimenti e smagliature seguendo i seguenti consigli:
1. Allattare frequentemente e a richiesta il bambino, evitando di far riempire troppo il seno tra una poppata e l’altra; questo impedirà alla pelle di rilassarsi.
2. Effettuare lo svezzamento gradualmente.
3. Curare una posizione corretta del bambino durante l’allattamento; così prenderà correttamente areola e capezzolo e svuoterà efficacemente il seno.
4. Portare reggiseni appositi per l’allattamento, o comunque non usare quelli che si indossava in precedenza, perché comprimono troppo il seno.
5. Se dopo tutti questi consigli il vostro seno si rilassa, considerate che esistono delle differenze costituzionali; probabilmente si sarebbe rilassato di più se aveste svezzato bruscamente.
Nella nostra cultura il canone di bellezza è quello della donna giovane che non ha ancora partorito, ma in altre culture non è affatto così. Il vostro seno morbido e rilassato mostra che è fatto per allattare, ed è quello che avete fatto.

Mito n° 3 – Il latte materno non ha abbastanza ferro per il tuo bambino/la tua bambina.

Realtà. Il latte materno è il miglior alimento perla tua bambina / il tuo bambino. Pensa che si modifica (nell’immediato e nel lungo termine) in base alle sue esigenze e ai suoi ritmi di crescita!
Si tratta di uno dei miti più comuni. E’ importante sapere che il ferro contenuto nel latte materno ha una biodisponibilità molto alta (l’assorbimento dal latte umano è cinque volte più efficiente che dal latte vaccino). In aggiunta, il suo assorbimento è facilitato anche dalla presenza di alti livelli di lattosio e vitamina C nel latte materno.
Il quantitativo di ferro nel latte materno è influenzato dai livelli materni solo in caso di severa anemia (non curata), e non in caso di moderata anemia (Kumar et al. 2008). A meno che il bambino sia anemico, supplementi di ferro non sono necessari, anzi un eccesso di ferro tende a saturare la lattoferrina, diminuendo le proprietà anti-infettive.  (Dewey at al. 2002).

Mito n°4 – La formula è praticamente uguale al latte materno.

Realtà. La formula è un sostituto del latte materno che gioca un ruolo molto importante in quelle eccezionali e rare circostanze in cui non è possibile allattare. Si tratta di un prodotto industriale formulato e, in quanto tale, non può contenere le cellule vive, gli ormoni, gli antibodi e gli enzimi del latte materno.
A volte, i dosaggi di latte formula contengono molto calcio, alluminio, cadmio, manganese e proteine, ragion per cui, se state usando un latte formulato, può essere utile accertare i livelli di questi elementi e, in generale, l’elenco dei suoi ingredienti.

Mito n° 5 – Le donne che hanno subito interventi di chirurgia plastica al seno non possono allattare.

Realtà. La questione non è assolutamente così perentoria e assolutista. Ci sono vari fattori da considerare. A livello anatomico, per esempio, è importante considerare il tipo di chirurgia subita. Un altro dato che incide è la pressione dei miti socio-culturali. Uno studio del 2010 (Thibaudeau et al.) ha rilevato che “le difficoltà di allattamento [tra le donne con precedente intervento di mammoplastica] appare essere spesso spiegabile con fattori psicologici legati ai commenti e consigli ricevuti]. Se avete subito un intervento di questo tipo, informatevi da professionisti competenti, portando i dati della vostra cartella clinica.

Mito n° 6 – Ogni professionista sanitario è informato e aggiornato sull’allattamento.

Realtà. Non tutti i professionisti sanitari hanno ricevuto un’approfondita formazione in allattamento e/o sono aggiornati sull’allattamento, per tale ragione, riportano informazioni tratte dal sostrato social-popolare.
Quando avete bisogno di interfacciarvi con un professionista su aspetti direttamente o correlatamente connessi con l’allattamento, accertatevi di questo fatto. Nel caso di dubbio, chiedete un secondo parere: si tratta di voi e di vostra figlia/vostro figlio, non c’è nulla di più importante!

Mito n°7 – In gravidanza bisogna smettere di allattare.

Realtà. Una madre che rimane incinta mentre allatta può ricevere il consiglio di smettere di allattare, dal medico o da amici e parenti. Oppure ci si può domandare se sia dannoso continuare ad allattare.
Di base, l’allattamento in gravidanza non ha alcun effetto dannoso. In alcune parti del mondo l’allattamento in gravidanza non è neppure messo in discussione. È culturalmente accettato e sia gli operatori sanitari che le madri hanno esperienza di ciò.
Ragioni mediche come dolori uterine o perdite di sangue, un’anamnesi di precedente parti prematuri, o la continua perdita di peso della donna in gravidanza, possono indurre una madre a considerare di smettere di allattare.
Non ci sono documentazioni che evidenzino danni a madre o feto quando una donna allatta durante una gravidanza fisiologica.

Mito n° 8 – Gli ormoni della gravidanza sono dannosi per il bambino che poppa ancora. L’allattamento in gravidanza priverà il feto di sostanze nutritive.

Realtà. Gli ormoni della gravidanza sono presenti nel latte umano in piccolissime quantità, non dannose per il bambino/ la bambina allattato/o. La bambina/il bambino nell’utero è esposta/o a questi ormoni ad un livello molto più alto di quello/a allattato/a.
Solitamente la gravidanza ha conseguenze per l’allattamento, non il contrario, poiché molte donne riferiscono una riduzione nella produzione del latte in gravidanza, mentre allattano una bambina/un bambino più grande.
Una madre ben nutrita non dovrebbe avere difficoltà a provvedere per entrambi, sia il feto che il bambino/la bambina che poppa se ha un età superiore all’anno.
Se invece l’età è inferiore, la madre dovrà controllare l’aumento ponderale e provvedere ad aggiungere cibi solidi secondo il bisogno se il suo latte non fosse sufficiente.

Mito n° 9 – L’allattamento a termine è dannoso per la crescita e lo sviluppo infantile.

Realtà. Che ci crediamo o meno, in molte culture è normale allattare fino ai 2-4 anni e oltre. Non esistono prove che dimostrino che ciò possa arrecare danni. La mamma crea la base sicura grazie alla quale il bambino/la bambina, crescendo, si muoverà sicuro/a nel mondo. Solo la diade sa qual è la “durata giusta per loro” dell’allattamento, ognuno di noi “esterno” può supportare questa consapevolezza, semplicemente non interferendo e non giudicando.

Mito n° 10 – Durante l’allattamento, non si può fare la tinta o la permanente

Realtà. Non esistono prove che l’uso dei prodotti per capelli, come tinture e permanenti da parte della madre che allatta abbia un effetto sul bambino.
Quando la madre usa questi prodotti alcune sostanze chimiche saranno assorbite attraverso la pelle. Se il cuoio capelluto è sano e integro, assorbe meno di quando è escoriato o abraso.”
Bisogna prestare invece una particolare attenzione alle tinture a base di Hennè perché potrebbero provocare nel bambino affetto da favismo, deficit dell’enzima glucosio-6-fosfato-deidrogenasi (G6PD),la sindrome emolitica del neonato.

Mito n°11 – Le donne con capezzoli introflessi o piatti non possono allattare (o possono farlo solo col paracapezzoli)

Realtà. L’attacco avviene al seno e non al capezzolo (anzi, quando questo accade, si prova molto dolore).  La conformazione del capezzolo non incide o lo fa in minima parte. Per sapere di più:Allattamento e capezzoli piatti o introflessi

Mito n° 12 – Provare dolore o fastidio durante la poppata è normale. 

Realtà. Provare dolore durante la poppata non solo non è necessario, ma non è neanche normale. Esso è solitamente un segno di un attacco non corretto o di problematiche/disturbi di cui prendersi cura. 
La nostra società, nel corso del tempo, ha creato il mito della madre avvolta in un’aura di santità, la quale, devota, si sacrifica totalmente per il bene altrui. Le mamme hanno fenomenali risorse per prendersi cura dei figli, senza dimenticare se stesse. Soffrire per le ragadi non porta beneficio a nessuno. Prendetevi cura di voi, l’allattamento è per sua natura un momento piacevole (lo sapete che innesta ormoni coinvolti nell’amore e nell’orgasmo? Questo aspetto oltre ad essere reale, è decisamente più in linea con le  sensazioni di benessere che si possono provare durante la poppata).

Mito n°13 – In allattamento non puoi fare esercizio fisico.

Realtà. Dipende dal tipo di esercizio fisico. Le donne con bambini hanno sempre lavorato (non potevano permettersi di non farlo).
Spesso questi lavori comportavano faticosi sforzi fisici. Quando facciamo esercizio fisico ci sentiamo meglio e questo è certamente positivo sia per la mamma che per il bambino.

Alcune cose importanti da ricordare sono le seguenti:
•Aspettare che il bambino abbia almeno 6 settimane o più.
•Cominciare lentamente e gradualmente.
•Alcuni esercizi possono essere fatti con il bambino.
•Camminare a passo sostenuto, l’aerobica a basso impatto e la ginnastica in acqua sono l’ideale per cominciare.

Durante l’attività fisica nell’organismo entra in circolo nel flusso sanguigno l’acido lattico, questo non inficia il latte materno.Gli studi hanno esaminato gli effetti dell’esercizio fisico e dell’acido lattico nel latte e hanno scoperto che solo nel caso di esercizio fisico molto intenso (maratona),può aumentare i livelli di acido lattico nel latte materno, non ci sono evidenze scientifiche di presenza di acido lattico nel latte in donne che fanno una moderata attività fisica.

Mito n°14 – Molte donne non hanno latte a sufficienza.

Realtà. In realtà, in un allattamento ben avviato, si produce più latte di quanto effettivamente il bambino ne estrae.
Tutte le mamme hanno il latte (o quasi tutte, le eccezioni sono davvero rare). Di rimando, non tutte le mamme ricevono il supporto (emozionale e informativo) di cui c’è naturalmente bisogno!La maggioranza delle donne della generazione precedente alla nostra (quella del boom delle opertazioni di marketing sul latte artificiale) non hanno allattato (lasciate senza supporto e bombandarte da campagne di disinformazione e da suggerimenti non conformi alla fisiologia dell’allattamento – come l’introduzione di orari e di durate limite della poppata). La nostra generazione sente ancora l’influsso di questa ondata. Noi mamme (a prescindere dall’allattamento) siamo il fulcro del cambiamento consapevole.

Mito N° 15 – Se tua madre non ha allattato, non ce la farai neanche tu!!

Realtà. Le scelte personali, le informazioni errate, i consigli sbagliati non sono ereditari. Se si fosse trattato di uno di quei casi in cui vi è un’effettiva incapacità fisica di produrre latte non è comunque detto che sia ereditario.
Quello che può essere vero è che avere in famiglia un ambiente che non ritiene importante e non incoraggia l’allattamento al seno può influire.
Nella stragrande maggioranza dei casi le mamme che ‘non hanno latte’, sono semplicemente vittime di scarsa informazione e condizionamento sociale negativo contro l’allattamento al seno.

Una madre che decide di allattare al seno, deve avere accesso a tutte le informazioni necessarie e sapere che qualora insorgessero dei problemi questi possono essere risolti.

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