Il Latte Materno e la sua funzione protettiva contro lo Streptococco B

bimbo che prende latte dal seno

Recenti ricerche hanno scoperto che un tipo specifico di zucchero presente nel latte materno di alcune donne, è in grado di proteggere le bambine e i bambini dallo Streptococco B.

Per capire meglio la portata, è utile ricordare che l’infezione da Streptococco B a esordio precoce può causare problemi respiratori e si può manifestare come polmonite, mentre l’infezione da SGB a esordio tardivo si può manifestare come meningite e setticemia (così come è importante sapere che la statistica americana riporta una percentuale di 1 su 2000 di casi di sviluppo di infezioni sia a esordio immediato che tardivo). (1)

Una  nuova ricerca pubblicata nel Clinical and Translational Immunology che ha coinvolto 183 donne del Gambia, offre uno spunto interessante sulla prevenzione, evidenziando il ruolo fondamentale svolto da un tipo di zucchero presente nel latte materno di alcune donne.

Il Dr. Nicholas Andreas, autore di questo studio, ha dichiarato che un numero sempre maggiore di ricerche sta confermando come gli zuccheri presenti nel latte materno siano in grado di offrire una protezione contro alcune infezioni neonatali, come il rotavirus e lo streptococco B.

Il latte materno di ogni donna contiene una miscela di differenti tipi di zuccheri chiamati oligosaccaridi del latte materno. Essi non vengono sintetizzati nello stomaco della bambina/del bambino, bensì entrano in relazione col microbioma intestinale.

Il tipo di zuccheri prodotti dal latte materno di ogni singola madre, tuttavia, è in parte dettato dal personale bagaglio genetico. A tal riguardo, emerge il ruolo fondamentale di uno specifico tipo di sistema genetico chiamato antigene Lewis (utilizzato nella distinzione dei vari gruppi sanguigni).

La ricerca

Nello studio, i ricercatori hanno analizzato quei parametri del latte materno noti per essere controllati dall’antigene Lewis e hanno testato le donne e i loro bambini/le loro bambine sullo Streptococco B, alla nascita,a  6 giorni dal parto e tra i 60 e gli 89 giorni dopo.

Il gruppo di ricercatori ha così potuto notare che le donne che producono nel latte materno gli zuccheri collegati all’antigene Lewis, presentano nell’intestino una minore incidenza del batterio e i loro bambini/le loro bambine hanno minori probabilità di sviluppare l’infezione.

In aggiunta, si è appurato come un’alta percentuale di neonate/i neonati con il batterio nell’intestino alla nascita, le cui madri producono questo specifico zucchero  – chiamato lacto-n-difucohexaose I – nel latte materno, eliminino il batterio dal  proprio corpo nel giro di 60-89 giorni dalla nascita. Tutto ciò mette in luce l’effetto protettivo che può svolgere lo zucchero presente nel latte materno collegato all’antigene Lewis.

I ricercatori hanno, quindi, approfondito le analisi in laboratorio confermando ulteriormente come questo specifico tipo di zucchero (il lacto-n-difucohexaose I) sia  in grado di uccidere il batterio Streptococco B.
 
In base alle analisi, non in tutte le donne lo producono, tuttavia si stima che il latte materno di almeno la metà delle donne del mondo contenga il lacto-N-difucohexaose I.
  
Il Dr Nicholas Andreas, autore principale della ricerca, spiega: “Nonostante le ricerche siano ad uno stadio embrionale, appare evidente la complessità del latte materno e i suoi numerosi benefici. Un numero sempre maggiore di ricerche sta evidenziando come lo zucchero presente nel latte materno (oligosaccaride) svolga un’azione protettiva contro le infezioni neonatali (quali rotavirus e streptococco B), supportando l’equilibrio del microbioma”.   

La presenza di questi zuccheri permette, infatti, ai “batteri amici” di moltiplicarsi e di surclassare quelli dannosi.

Gli zuccheri, inoltre, agiscono come esca,  inducendo i batteri a scambiarli per una cellula umana da invadere.  Questi ultimi, quindi, attaccandosi allo zucchero, vengono espulsi dal corpo. Tale meccanismo può aiutare a proteggere la bambina/il bambino dalle  infezioni, via via che il sistema immunitario procede nella sua maturazione.

Il gruppo di ricercatori spera che queste evidenze possano condurre a nuove prospettive di tutela del benessere della diade madre-bambina/o e suggerisce, in un’ottica di prevenzione, l’idea di valutare la somministrazione di questi zuccheri specifici del latte materno a quelle madri  il cui latte materno non presenti l’antigene Lewis.

L’industria del baby food, a sua volta, sta valutando l’idea di aggiungere zuccheri specifici al latte materno, ma il Dr Andreas avverte e ricorda che è impossibile replicare il mix di zuccheri presente nel latte materno: “Queste formule sperimentali di latte artificiale contengono solo un paio  di questi componenti, mentre il latte materno ne contiene una dozzina e pure di tipi differenti. In aggiunta, la quantità di zuccheri prodotti dalla madre cambia e si modula con la crescita del/la bambino/a, assicurando un maggiore quantitativo di zuccheri durante i primi tempi, rispetto a quelli successivi”.


Il Dr Andreas suggerisce che potrebbe essere utile testare le madri per l’antigene Lewis tramite un’analisi sanguigna: “Sapendo se la madre è colonizzata dallo streptococco B e avendo dettagli sul suo sistema antigenico Lewis, possiamo avere un’indicazione sulle probabilità di trasmissione batterica e una visione più personalizzata delle misure preventive da applicare”.

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Fonti e note:


Il lavoro è stato supportato dal  Medical Research Council al MRC Unit The Gambia, dal the Wellcome Trust, e dal Thrasher Research Fund.


Role of human milk oligosaccharides in Group B Streptococcus colonisation” by N. Andreas et al è pubblicato nel Clinical and Translational Immunology.

1. “Partorire e accudire con dolcezza” Dr. Sarah J. Buckley, ed. Il leone verde.

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