Simbologia dell’arte con i bambini

croce con Gesu

Non è sempre facile so-stare in un luogo d’arte.

Non lo è per nessuno (o per tanti…o forse solo per alcuni).

Parto dalle sensazioni che sono facilmente riconoscibili: troppi stimoli insieme (affascinanti, non c’è dubbio, ma non è sempre facile “schermarsi” da questa abbondanza, all’inizio), c’è gente (il che contrasta con il plausibile bisogno di stare immersi in modo solitario) c’è la fretta (soprattutto se si è turisti o se si è in gruppo).

I bambini, a loro volta, sono maggiormente esposti in queste senso, tant’è che non è improbabile, dopo un po’, sentirli sbuffare e chiedere “Quando andiamo via?”.

Come fare quindi?

La risposta è: accogliere un’opera (un messaggio) alla volta.

Se si abita vicino al luogo si tratterà, chiaramente, di un cammino più lungo ed esaustivo.

In caso di visita temporanea, concedete a voi stessi e ai vostri bambini, di accoglierne anche “solo e semplicemente” una, perché i suoi messaggi e i suoi simboli sono tanti.

Un esempio. A Palazzo Ducale (Urbino), ci siamo trovati di fronte a questa Crocifissione,

e  ai simboli dell’Ipercubo, della morte iniziatica e dell’Amor che move il sole e l’altre stelle.

Concetti troppo difficili da spiegare ai bambini? No.

L’ Ipercubo è visibile osservando bene la Croce (date un’occhiata a come Dalì l’ha reso evidente nella sua “Crocifissione, corpo ipercubico”). Si può vedere, trascendendo il piano bidimensionale e alla luce delle scoperte di Einstein sullo spazio quadridimensionale, la relazione che Platone nel “Timeo” stabilì tra i cinque solidi ed i quattro elementi di Empedocle: il fuoco, l’aria, l’acqua, la terra e l’intero Universo.  

Questa spiegazione serve a noi adulti, i bambini hanno maggiore facilità di accesso, una elevata passione nel concentrarsi ad osservare e una maggiore abilità nel vedere “oltre le righe”.

Veniamo alla Morte Iniziatica (o filosofale).

Il sangue sgorga verso il teschio e abbraccia un’esperienza di grande portata umana: il morire a se stessi per poter rinascere.

Il Memento Mori è un concetto tabù o stravolgente solo per parte degli adulti, non per la vita infantile (meno alterata da sovrastrutture mentali). Ogni bambino/a conosce il ciclo vitale terreno (ne ha memoria e ne fa esperienza indiretta a contatto con la natura e/o tramite i lutti che possono averlo/a toccata da vicino).

Per questo motivo, è molto semplice parlare con loro di come i momenti oscuri (Nigredo), siano occasioni importanti per morire a se stessi ed Elevarsi.

Partiamo da esempi semplici, di vita quotidiana. Sono quelli il primo motore.

Così come è appassionante narrare e ascoltare di quel Pellicano i cui pulcini lottano tra di loro per nutrirsi fino a morirne. Essi rimangono morti per 3 giorni e mezzo, momento in cui la mamma si ferisce il petto con il becco acuminato per offrire il suo stesso sangue, nell’atto di Caritas (ossia Amoresupremo – Amore, ben si intende, in senso Elevato…quell’Amore, appunto, che move il Sole e l’altre stelle, che ricongiunge all’Uno/Unità.

Sono momenti importanti per noi adulti anche per risvegliare quel senso della vista interna che Maria Montessori definiva “Rivelazione”.

Si tratta di circostanze di grande carica emozionale in cui è facile anche per noi “guardare con occhi nuovi” e vedere nel loro giovane sguardo, quella scintilla di Infinito che continua a rimanere attiva.

Le Rivelazioni, ci spiega Maria Montessori, accomunano il/la bambino/a e l’adulto.

Rivelazione è ciò che toglie il velo, che apre gli occhi.

Non possiamo dire quanto resterà in loro, a livello cosciente, di questi momenti.

Ciò che certo, però, è questi “racconti sui simboli” sono Semi che nutrono non solo la loro Crescita, ma anche la nostra personale Consapevolezza di Guide (genitori, insegnanti,…).

Nel curriculum scolastico convenzionale, attualmente, non sono previsti approfondimenti specifici sui simboli, il che può essere letto come un grande messaggio di Responsabilità che spetta a tutti!

Approfondite insieme e accanto a loro questo linguaggio che è (una) fonte del Sapere e della Consapevolezza e Co(no)scienza.

Il profondo intento di noi genitori (insegnanti,…) è quello di contribuire – nel cammino di crescita dei “nostri” bambini – ad un percorso di Educazione Liberata.

Vogliamo dare loro gli strumenti affinché siano liberi/e e conoscano le regole.

Desideriamo che vivano le situazioni, senza subirle come vittime.

Maria Montessori descrive in questi termini il bambino e la crescita:

Egli prende su di sé il compito e le fatiche della costruzione dell’uomo per cui egli è veramente l’evolutore cosmico della nostra specie. Da noi, genitori ed adulti, attende soltanto gli aiuti necessari e utili. L’educazione dalla nascita è il primo aiuto alla vita umana”.

Per quanto tutto ciò possa sembrare distante dal mondo dei “simboli” (presenti nell’arte e in tutto ciò che ci circonda), esso ne è parte integrante perché, saperli interpretare, è uno strumento fondamentale per Vedersi e Vedere intorno, per conoscere le regole e muoversi libero/a (nel senso di “in ascolto di sé”), per vivere in appartenenza al mondo, senza entrare e subire dinamiche e schemi di potere.

Potrebbe interessarti anche:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

My Agile Privacy
Questo sito utilizza cookie tecnici e di profilazione. Cliccando su accetta si autorizzano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su rifiuta o la X si rifiutano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su personalizza è possibile selezionare quali cookie di profilazione attivare.