Le spinte materne nel parto e il benessere fetale

una donna alle prese con le spine del parto

Siamo cresciute con immagini di parti operativi, educate per lo più dai film con scene di travagli in posizione litotomica, luci da sala operatoria e l’immancabile figura che detta la cadenza del “spinga, respiri, spinga,…”.

La moderna percezione socio-culturale della Nascita è questa.

Così ce ne parlano i media, così viene richiesto in molti contesti.

Noi donne di oggi dobbiamo ristabilire da sole la sintonia con le nostre risorse interiori:noi, private di quelle immagini e sensazioni familiari, intime e domestiche che, per secoli e secoli, hanno unito tutte le donne in un eterno filo rosso.

Riprendendo la connessione con noi stesse, impariamo a lasciar fluire, a Fidarci della nostra capacità e della nostra Saggezza, e, con la dolce potenza di un fiume, sradichiamo prassi, miti, imposizioni.

Ritorniamo all’immagine del “Signora, spinga!  Respiri, su forza, da brava respiri! Ora spinga…”.

Quante bambine, oggi donne, sono cresciute credendo che fosse questo partorire.

Quante donne hanno provato sulla propria pelle, l’innaturalità di queste richieste e comandi.

Domandiamoci dunque: quale può essere l’impatto di meccanismi eterodeterminati e non spontanei, in un evento fisiologico come il parto?

Cosa dicono gli studi

Anche in questo caso, studi ed evidenze scientifiche sono giunte (col senno di poi) a mostrare ciò che le donne hanno sempre sentito e saputo.

Nello specifico, è emerso che intensi e prolungati sforzi espulsivi determinano una contrazione dei muscoli della parete addominale, la quale causa, a sua volta, un rapido aumento della pressione intrauterina.

La chiusura della glottide mentre si trattiene il respiro, implica, poi, un aumento della pressione intratoracica (lo si può notare dalla congestione sul viso della mamma), la quale produce una caduta del ritorno venoso al cuore, della gittata cardiaca e della pressione arteriosa.

Uno studio del 2005 ha indagato, tramite l’analisi del battito fetale e della pressione intrauterina, l’effetto di una gestione spontanea del respiro e delle spinte (“spinte” intese nell’accezione più ampia, vedasi “il riflesso di eiezione”1) versus una gestione imposta.

Le spinte prolungate

Esso ha rilevato come le spinte prolungate – e non spontaneamente gestite – hanno effetti ipossici dannosi sul bambino/sulla bambina, ossia causano una diminuzione del flusso del sangue e dell’ossigenazione, e una più lunga caduta del battito cardiaco fetale (diversa da quella fisiologicamente transitoria).

Il periodo espulsivo viene spesso additato come pericoloso per la bambina/il bambino, ciò che però sinora non si è interiorizzato è che la sua potenziale pericolosità è (anche) collegata alle interferenze esterne e all’approccio direttivo usato nell’assistenza al parto.

La sofferenza (l’ipossia e l’acidosi) fetale addotta come motivazione per giustificare ulteriori interventi operativiti, al fine di accorciare i tempo del parto, sono spesso paradossalmente la conseguenza delle direttive e dei ritmi imposti per accelerarlo, in una buffa quanto rischiosa inversione di concause.

Tutto questo si può evitare se l’aprirsi alla Nascita è fisiologico, se viene custodito (e non gestito), se è dettato unicamente dai ritmi della diade, senza artificiose interferenze, senza trattenere forzatamente il respiro, ascoltando il proprio lasciarsi andare.

Ogni Nascita è unica,

la sua danza è speciale, diadica, esclusiva,

segue il proprio personale andamento.

<<La spinta forzata può 

compromettere il parto fisiologico>>

Byrom & Downe, 2005

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 Articolo a cura di Marika Novaresio

Fonti:

Byrom A., Downe S., Second stage of labour: challenging the use of directed pushing, RMC Midwifes, vol. 8, 2005.

Roberts JE, The pushing versus passive fetal descent in the second stage of labour: a randomized controlled trial, Obstetrics and Gynecology, vol. 99 n. 1, 2002. Simpson KR, James DC, Effects of immediate versus delayed pushing during second-stage labor on fetal well-being, Nurs res, 2005.

Chalk A., A randomized trial of the effects of coached vs uncoached maternal pushing during the second stage of labour on postpartum pelvic floor structure and function, American Journal of Obstetrics and Gynecology, 2005.

Roberts JE, The “push” for evidence: management of the second stage, British Journal of Midwifery and Women’s Healt, vol. 27, 2002.

Consigliamo la lettura di “Il periodo espulsivo nellle posizioni libere”, I quaderni di D&D, numero 3, Scuola Elementale di Arte Ostetrica. 

1. Odent M. Le funzioni degli orgasmi, Terra Nuova ed.

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